Per la costruzione delle sue teste Dürer rimase sempre fedele alla tripartizione del viso descritta dall'architetto civile e militare e ingegnere romano Marco Vitruvio Pollione (1º sec. a.C.) nel canone sulle proporzioni del corpo umano tratto dal "De architectura libri decem" di Vitruvio.
"Perché la natura ha composto il corpo umano in modo che il viso dal mento fino all'estremità superiore della fronte e sotto le radici più basse dei capelli rappresenti la decima parte (dell'intera lunghezza corporea); (...) la testa dal mento fino al punto più alto della scriminatura l'ottava parte (...). Per l'altezza del viso stesso, però, è un terzo dall'estremità del mento fino a quella inferiore del naso, parimenti misura il naso dalla sua estremità inferiore fino all'estremità al centro delle sopracciglia; da questa estremità fino alle radici più basse dei capelli, dove si forma la fronte, è altrettanto un terzo."
VITRUVIO, De Architectura libri decem, 3º libro, 1º capitolo, tradotto e commentato da Curt Fensterbusch, Darmstadt 1996, pag. 91-92.
Nell'uomo ben composto di Vitruvio (homo bene figuratus) la testa corrispondeva a un ottavo della lunghezza corporea, il viso misurava un decimo di essa. Secondo questo calcolo, per l'altezza della scriminatura si ha una quota di un quinto della testa. Dürer modificò il rapporto tra lunghezza del viso e dimensioni della testa e, dunque, anche l'altezza della scriminatura. Anche nella Testa d'uomo si osservano altri rapporti.